Ricapitolando, scrivere è ancora più di un virus, come la politica. Più di una malattia cronica, più di un vizio. Più di una necessità. Diventa presto essenza stessa di te. Scrivi perché ne hai bisogno. Scrivi perché una volta fuori dalla tua pancia quelle emozioni forti prendono una forma che ti permette di comprenderle. Di imparare a convivere con loro.

Scrivi, soprattutto, perché scrivere ti svuota dentro, ti libera. E ti fa sentire libera. Poi, ma solo poi, scrivi per comunicare. Anche se la condivisione di ciò che esprimi pigiando i tasti della tastiera, in una notte come un’altra, dopo aver respirato attimi della città eterna, diventa più essenziale di una droga.

Scrivi, e cerchi di dividere i tuoi scritti, di inscatolarli in una logica.

Non funziona sempre. Forse perché manca, la logica in cui inserirli. La lascio cercare a voi, se ne avete bisogno: mi limiterò a buttare dentro, nelle varie categorie, le cose come vengono. Per nuove e continue condivisioni. [07/01/11]